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Un pò di storia

 

Vallombrosa

Verso il 1036 il fiorentino Giovanni Gualberto,della famiglia dei Visdomini, dopo avere abbandonato insieme ad un compagno il monastero di S. Miniato, si rifugiò nel luogo detto, allora, Acquabella nel fitto di una foresta di castagni, faggi ed abeti dove già Paolo e Guntelmo, monaci provenienti dall’abbazia di Sèttimo, conducevano vita eremitica. La selva prese ben presto il nome di Vallombrosa e al primo piccolo gruppo di monaci si aggiunsero nel tempo nuovo adepti. Verso il 1045 i confratelli elessero Giovanni Gualberto come loro superiore.

Le norme di convivenza seguivano la regola di S. Benedetto vincolando la comunità nella povertà, nella preghiera, nel lavoro e nell’ospitalità. Giovanni Gualberto morì il 12 luglio 1073 e fu canonizzato da Papa Celestino III nel 1193. Il monastero di Vallombrosa continuò ad ampliarsi e divenne potente per le donazioni di vaste proprietà.

La Badia acquistò ben presto l’aspetto di un grandioso fabbricato e fu in grado di accogliere una numerosa comunità. Oggi i monaci, oltre al servizio pastorale, si dedicano all’accoglienza, ospitano corsi di esercizi spirituali, ritiri e convegni di studio.

 

Saltino

A 1,5 km. dall’abbazia di Vallombrosa, Saltino è il centro polarizzatore per i villeggianti che scelgono di passare un periodo di soggiorno estivo sulle pendici del Pratomagno.

Anticamente luogo selvaggio dove esisteva solo una cappellina, fatta costruire dai monaci nei pressi di quello che oggi si chiama Masso del Saltino, che serviva da rifugio a pastori e viandanti. La tradizione popolare racconta che un sarto da lì si gettò nel precipizio sottostante: da quel suicidio sarebbe venuto al masso il nome di Sartino cambiato poi in Saltino. Tale denominazone sembra possa con più probabilità derivare dalla parola saltus, che in latino significa anche valico montano. Infatti, quel posto segnava il passo appenninico ed il confine tra il versante fiorentino e quello aretino

Nel 1890 il conte Giuseppe Telfner, ricco aristocratico romano, decise di passare un periodo di riposo presso amici che abitavano, in meravigliosa solitudine, al castello di Acquabella ai confini della foresta vallombrosana: tanto egli fu rapito dalla bellezza del luogo che già nel 1891 presentò il suo progetto “di istituire una stazione estiva a somiglianza di quelle che fiorirono in Svizzera”. Telfner avviò immediatamente la costruzione di diversi villini, chalets e di un grande albergo. Contemporaneamente diede inizio alla realizzazione di una ferrovia a cremagliera che da S. Ellero, in ripida salita, raggiungeva Saltino e che venne inaugurata nel 1892 dopo soli quattro mesi di lavoro.

Aristocratici, politici, uomini di cultura scelsero Saltino per le vacanze estive; ancora oggi Saltino, in un ambiente ecologicamente intatto, conserva inalterate quelle caratteristiche di stazione climatica che per più di un secolo l’hanno resa celebre.