Saltino
A
1,5 km. dall’abbazia di Vallombrosa, Saltino è il centro polarizzatore
per i villeggianti che scelgono di passare un periodo di soggiorno estivo
sulle pendici del Pratomagno.
Anticamente
luogo selvaggio dove esisteva solo una cappellina, fatta costruire dai
monaci nei pressi di quello che oggi si chiama Masso del Saltino, che
serviva da rifugio a pastori e viandanti. La tradizione popolare racconta
che un sarto da lì si gettò nel precipizio sottostante: da quel suicidio
sarebbe venuto al masso il nome di Sartino cambiato poi in Saltino.
Tale denominazone sembra possa con più probabilità derivare
dalla parola saltus, che in latino significa anche valico montano.
Infatti, quel posto segnava il passo appenninico ed il confine tra il
versante fiorentino e quello aretino
Nel
1890 il conte Giuseppe Telfner, ricco aristocratico romano, decise di
passare un periodo di riposo presso amici che abitavano, in meravigliosa
solitudine, al castello di Acquabella ai confini della foresta vallombrosana:
tanto egli fu rapito dalla bellezza del luogo che già nel 1891 presentò
il suo progetto “di istituire una stazione estiva a somiglianza di quelle
che fiorirono in Svizzera”. Telfner avviò immediatamente la costruzione
di diversi villini, chalets e di un grande albergo. Contemporaneamente
diede inizio alla realizzazione di una ferrovia a cremagliera che da
S. Ellero, in ripida salita, raggiungeva Saltino e che venne inaugurata
nel 1892 dopo soli quattro mesi di lavoro.
Aristocratici,
politici, uomini di cultura scelsero Saltino per le vacanze estive;
ancora oggi Saltino, in un ambiente ecologicamente intatto, conserva
inalterate quelle caratteristiche di stazione climatica che per più
di un secolo l’hanno resa celebre.